Con una mossa assolutamente rivoluzionaria, il Parlamento colombiano ha approvato all’unanimità un emendamento costituzionale che introduce pene severe nei confronti di chi stupra o uccide un bambino.
Con 75 voti a favore e nessun contrario, le autorità colombiane, con il sostegno del Governo guidato dal Presidente Ivan Duque, hanno votato per modificare l’articolo 34 della Costituzione, che proibiva esplicitamente la pena dell’ergastolo.
Il voto di ieri chiude un dibattito durato oltre un decennio in un Paese caratterizzato da una forte tradizione conservatrice. Al potere dall’agosto 2018, Ivan Duque aveva fatto di questa causa uno dei punti fermi della sua campagna elettorale.
Ad oggi, in Colombia la pena detentiva massima era di 60 anni di carcere, per questo si tratta di un cambiamento epocale così come ribadito dal Presidente nel suo discorso alla nazione:
Oggi, la Colombia ha una grande ragione di felicità. Il Parlamento della Repubblica ha promosso questa grande riforma che così tante famiglie si aspettavano, che tutti speravamo. Il messaggio è chiaro: in Colombia, questi criminali riceveranno una sanzione esemplare.”
In Colombia, nazione tra le più violente al mondo, in media ogni giorno vengono ammazzati due minori (708 solo nel 2019) ed oltre 22.000, tra bambini e adolescenti, sono stati vittime di crimini sessuali.
Non sono mancate le polemiche: da una parte, i sostenitori dell’emendamento sono convinti da tempo che l’ergastolo sia un modo per scoraggiare chi uccide o abusa dei bambini; dall’altra, i critici e l’opposizione sostengono che un aumento della pena non sia efficace nel ridurre le violenze e che sarebbe meglio investire in indagini penali per ridurre l’impunità di questi crimini.
L’ultimo passo riguarda l’approvazione da parte della Corte Costituzionale che potrebbe dichiarare l’emendamento incostituzionale poiché la Costituzione ad oggi non prevedeva l’ergastolo tra le pene da infliggere.
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