Di Alessandra Sansone e Angela Mona
L’uomo che scrive, disegna inconsapevolmente la sua natura interiore.”
(Max Pulver – 1931)
Sovente sentiamo parlare di Grafologia, ma troppo spesso in maniera non appropriata.
E’ bene ricordare, specie a chi è estraneo alla materia, che la Grafologia, lungi dall’appartenere al mondo della magia e dell’occulto, è una scienza sperimentale in continua evoluzione. Essa, infatti, è la disciplina che studia la scrittura, ovvero il gesto grafico, attraverso l’accurata analisi che porta il grafologo a tracciare e ad indagare la personalità dello scrivente. La scrittura, com’è noto, è una delle più importanti forme di comunicazione non verbale e, evitando superflui tecnicismi, possiamo limitarci ad affermare che essa rientra di diritto nel novero degli atti cerebrali.
Ma quand’è che l’atto grafico si trasforma in gesto grafico?
Tale mutazione avviene quando l’atto scrittorio, sottraendosi al controllo del conscio per passare a quello del subconscio, si carica di quei contenuti affettivi ed emotivi propri della personalità dello scrivente e, appunto, da atto grafico si trasforma in gesto grafico. E’ questo, quindi, l’elemento più spontaneo della scrittura, ovvero della comunicazione.
Beninteso! Per tracciare la personalità di un soggetto mediante indagine grafologica, non solo è necessario valutare molteplici fattori, ma è di fondamentale importanza analizzarli e valutarli nel loro complesso e non già in termini assoluti.
Oltre alla analisi della personalità, come accennato, la grafologia investe anche altri campi e settori di applicazione e, non di rado, il grafologo, per potersi esprimere al meglio, si avvale della collaborazione di altri specialisti. La grafologia spazia in molteplici ambiti tra i quali quello di certo più conosciuto riguarda la Grafologia peritale, nella quale il grafologo è chiamato a verificare la apocrifia o meno di firme, scritti o documenti, quali ad esempio assegni, testamenti, lettere anonime, cambiali, ecc.
Un ulteriore ambito applicativo, meno noto ai più ma non meno importante, concerne la Grafologia scolastica e dell’età evolutiva, in cui l’operatore, attraverso lo studio della grafia, può rilevare le evoluzioni e le crisi di personalità, scorgendo le motivazioni di tali comportamenti.
Oltre alla grafia, rivestono grande importanza sotto il profilo della comunicazione non verbale i disegni e gli scarabocchi dei bambini. Avvalendosi sempre dell’ausilio di altri specialisti, sia chiaro, il grafologo può offrire un prezioso contributo anche in presenza di bambini con difficoltà (ad es. disgrafia, dislessia).
Attraverso lo studio della scrittura, è altresì possibile fornire un aiuto nell’orientamento verso le scelte scolastiche (scuole superiori, facoltà universitarie), riuscendo a scorgere le attitudini individuali presenti nel soggetto. Analoghe considerazioni valgono nell’ambito dell’orientamento professionale.
Infine, anche in tema di Consulenza familiare è possibile intervenire tanto autonomamente quanto in equipe (opzione, quest’ultima, sempre consigliata), potendo trarre utili elementi di valutazione in ambito prematrimoniale, matrimoniale e familiare.
Questo è l’approccio metodologico da utilizzare per eventuali altri approfondimenti in materia.
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