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Zygmunt Bauman e il rapporto tra Libertà e Dipendenza

4 Giugno 2017 da Webmaster Lascia un commento

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Di Giulia Panico

La libertà è il nostro destino: una sorte che non può essere ignorata e non ci abbandona mai.

Zygmunt Bauman

Il concetto di libertà elaborato da Bauman nel testo Pensare Sociologicamente parte dall’assunto che essere libero, e nello stesso tempo non esserlo, è forse la più comune delle nostre esperienze. Si tratta di uno degli enigmi più profondi della condizione dell’uomo, un problema che la sociologia prova a risolvere. La libertà consiste nella capacità di decidere e di scegliere. Gli altri ci ricordano continuamente della nostra libertà. Anche se ci sono molte situazioni che viviamo che ci mostrano quelli che sono i limiti della libertà. Infatti, molte persone lottano per ottenere le stesse cose, ma non tutte le possono ottenere. Anzi, la libertà altrui sembra segnare i confini della nostra libertà.

Bisogna considerare che la determinazione e la buona volontà non sono sufficienti, se mancano i mezzi adeguati per realizzare pienamente la propria libertà. Infatti, la libertà in sé e per sé non garantisce la libertà assoluta di agire secondo il proprio volere. É all’interno del gruppo di appartenenza che possiamo esprimere pienamente la nostra libertà, ma il gruppo allo stesso tempo pone dei confini alla propria libertà. Del resto diventare un membro di questo gruppo (la famiglia di origine, una nazione, ecc.) non è stato un atto di libera scelta. Al contrario, è stata una manifestazione della nostra dipendenza.

Le soluzioni possono essere due: accettare con rassegnazione o con serenità la condizione di dipendenza. Per cambiare questa condizione, si dovrà fare un grande sforzo. É pur vero che si è debitori al proprio gruppo, perché ci fornisce dei mezzi che ci permettono di interagire con la società, tra cui: la distinzione tra i fini che meritano d’essere perseguiti e quelli per cui non vale la pena; i significati che adoperiamo per raggiungere i fini; i criteri di rilevanza che ci permettono di distinguere tra cose o persone; infine la mappa del mondo che svolge il ruolo di selezionare i nostri progetti di vita. Senza contare tutto quel bagaglio di conoscenza che ci aiuta quotidianamente e di cui nemmeno si è consapevoli. Infatti, sono soprattutto la selezione, le analisi, le conclusioni e azioni che rendono il gruppo di riferimento così importante nella formazione della nostra condotta.

Chiaramente questi sono processi che interiorizziamo automaticamente, attraverso la socializzazione primaria e secondaria. Secondo il sociologo polacco, esistono 2 modi per intendere la libertà:

  • il primo presenta la libertà come un rapporto sociale in cui ogni persona ha la possibilità di imporre se stessa. Questo significa che probabilmente ci saranno anche delle “vittime” del mio affermarmi.
  • il secondo modo di libertà è quello che valorizza innanzitutto il diritto di scegliere che detiene ogni singolo individuo. In altri termini, è l’assunzione di responsabilità delle proprie scelte e delle conseguenze che esse provocano – anche se la responsabilità decisionale spesso viene negata a molte persone – e che comprenda, infine, la speranza che tutto ciò che queste scelte comportano produrrà un miglioramento per la società.

Questa considerazione ci riporta alla suddivisione di una concezione competitiva di libertà e una concezione solidale della stessa. In quest’ottica, Bauman ritiene che, con il tramonto della società capitalista, si sia verificato il passaggio progressivo da una libertà competitiva ad una libertà solidale che comprende un modello di commons collaborativo. L’assunzione di questo nuovo modello comporterebbe un animo collaborativo e soprattutto un profondo desiderio di sentirsi collegati con gli altri. Questo si realizza grazie al sistema di internet che offre la possibilità di mettere in connessione più persone, ma l’autore si mostra scettico verso la spontaneità di questo processo osservando che internet, piuttosto che unire e promuovere l’accordo e la collaborazione fra le persone, finisce col favorire conflitti e antagonismi.

La libertà è quindi un esigenza intrinseca allo sviluppo dell’umanità che, allo stesso tempo, pone una condizione di dipendenza determinata dall’esigenza di appartenere ad un gruppo. Secondo Bauman, però, essa sarebbe ormai minata da meccanismi legati al progresso, che da una parte potenziano le scelte dell’uomo, ma dall’altra tengono l’uomo intrappolato in una concezione individualistica prigioniera del consumismo, degli apparati tecno-economici e della volontà di affermare se stessi. Ecco perché per l’autore il rapporto tra libertà e dipendenza non è altro che un indicatore della posizione che una persona occupa nella società che sia di vantaggio o di svantaggio.

© Riproduzione riservata

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