Di Vanda Pennini
Questo particolare momento storico-sociale è caratterizzato da una evidente ed inevitabile rivoluzione del panorama sociologico che coinvolge non solo la famiglia e la sua struttura, ma anche il modo in cui l’individuo si pone nei confronti del concetto stesso di famiglia.
Sempre più spazio viene dato a quello che la sociologa Paola Di Nicola, già nel 2008, definiva come “nuovo campo semantico della parola famiglia”, parola che fino a qualche tempo fa veniva utilizzata per distinguere il classico nucleo familiare, composto dalla coppia coniugale sposata ed i propri figli che vivono sotto lo stesso tetto, da qualunque altro tipo di unione e/o convivenza.
Ad oggi, dunque, al tradizionale prototipo di unione familiare è inevitabilmente affiancare i nuovi modelli di famiglia. Spesso, banalizzando i termini della questione, si parla di “crisi della famiglia”, la quale – vista da un’altra prospettiva – ha dimostrato di essere adattabile al mutamento sociale. Nel tempo, infatti, il nucleo familiare ha cambiato volto senza sparire tanto che, ad oggi, appare vitale nelle sue molteplici forme.
C’è di più, la stessa molteplicità delle forme familiari è la chiara dimostrazione della libertà di scelta dell’individuo, il quale non è più (o almeno non dovrebbe essere) condizionato da stereotipi sociali che lo obbligano a seguire un percorso stabilito, piuttosto pone l’amore come unico fondamento delle sue scelte. Un amore che può essere riconosciuto e legalizzato, o talvolta criticato ed ostacolato, ma che in ogni caso trascende criteri formali per trovare un senso solo nei partner che si scelgono e nella loro rispettiva volontà di stare insieme, al di là della precedente unione, delle diversità culturali o del sesso.
Sempre più incalzanti le richieste dei diritti e dei riconoscimenti delle famiglie del terzo millennio, richieste che mettono a confronto nostalgici dei principi e valori basilari dei nuclei familiari tradizionali ed innovatori che, al contrario, valutano e sorreggono scelte individuali, personali e dunque spingono verso una società a misura d’uomo.
Ad ogni modo, sia per i nostalgici della tradizionale composizione familiare che per i sostenitori dei suoi mutamenti, è necessario prendere atto che la famiglia è cambiata nel corso della storia ed inevitabilmente continuerà a cambiare, per rispondere alle singole necessità ed adattarsi ai progetti di vita degli individui. In un simile contesto, inoltre, legittimare e regolamentare corrisponde anche ad abolire, o almeno ridurre, discriminazioni, pregiudizi e ghettizzazioni ancora troppo ingombranti in una società che vanti emancipazione.
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