
Di Domenico Buono
Le persone subiscono molto il fascino dei casi di cronaca avvolti dal mistero. Se c’è anche una spruzzata di esoterismo, diventano ancora più interessanti agli occhi del grande pubblico.
A tal proposito, l’Italia può vantare nella propria storia uno dei più importanti casi dell’intero panorama mondiale: il rapimento di Aldo Moro. Nella primavera del 1978, proprio pochi giorni dopo il sequestro dell’ex segretario della DC, alcuni intellettuali e politici tra cui Prodi, Baldassarri e Clò, nella casa di campagna di quest’ultimo, provarono a realizzare una seduta medianica, chiedendo agli spiriti (almeno così disse Prodi, quando fu chiamato a testimoniare davanti alla “Commissione Moro”) di Don Luigi Sturzo e di Giorgio La Pira di rivelare loro dove si trovasse Aldo Moro.
Il piattino compose le parole “Bolsena”, “Viterbo”, “Gradoli”. Prodi si rivolse allora alle autorità competenti [1] e il 6 aprile, proprio sulla base di queste segnalazioni, le forze dell’ordine setacciarono Gradoli, un paesino in provincia di Viterbo, ma senza alcun riscontro positivo. Successivamente, come riporta la storia, venne ritrovato un rifugio (che probabilmente fu anche uno dei nascondigli usati per Moro) delle BR in “via Gradoli” a Roma…
Secondo l’ex senatore a vita Giulio Andreotti, quella della seduta spiritica fu una strategia creata ad hoc per non rivelare l’autore della soffiata [2]. Soffermandosi a pensare, lascia perplessi il fatto che persone che ricoprono incarichi istituzionali di altissimo livello prestino credito (o comunque facciano finta di farlo) alle pratiche occulte, senza il minimo scetticismo.
Non è compito di questo lavoro indagare la politica, ma il caso in esame fornisce un validissimo spunto di riflessione. Nel particolare tipo di “seduta spiritica” citata [3] , si posa un bicchierino (oppure una tazzina o un piattino) capovolto su un tabellone (o una tavola) su cui sono state scritte tutte le lettere dell’alfabeto. [4] In pratica, una versione “fatta in casa” delle tavole Ouija i cui diritti di produzione, a testimonianza dell’innocuità del prodotto, sono oggi in mano alla Hasbro (famosissima casa di giocattoli americana). In seguito, i partecipanti poggiano un dito sul retro dell’oggetto che dopo un po’ sembra muoversi sotto l’influenza di un’entità sovrannaturale. Ma quello che tutti i prestigiatori sanno (infatti non c’è mentalista che non abbia nel suo repertorio un numero basato su questo principio) è che il bicchierino si muove a causa dell’«effetto ideomotorio», termine coniato dal medico e psicologo William B. Carpenter nel 1852 per spiegare scientificamente i movimenti delle bacchette e dei pendoli dei rabdomanti e dei tavoli che si muovevano e si sollevavano proprio durante le sedute spiritiche. Carpenter scoprì [5] che questi “micro-movimenti” muscolari venivano generati dalla mente indipendentemente dalla volontà o dalle emozioni e quindi non si potevano controllare. Inoltre, le parole che si formano in questo tipo di esperienti sono già presenti nel subconscio dei partecipanti che le costruiscono, senza rendersene conto.
Il nome del posto citato da Prodi, infatti, era arrivato qualche giorno prima, tramite alcuni informatori [6], anche alla polizia e all’ex senatore della DC Benito Cazora. E’ possibile perciò che la parola “Gradoli” fosse già presente nella mente di qualcuno dei partecipanti.
In ogni caso, volendo escludere l’eventuale connivenza nel caso specifico, già agli inizi del 1900 l’illusionista austriaco Erik Jan Hanussen [7] aveva inserito nei suoi spettacoli giochi di prestigio basati sugli ideomotori e già nel 1919 ne dava una definizione nel suo libro [8] (addirittura, nel capitolo 7, spiega come si può trovare uno spillo nascosto in una stanza [9] servendosi dei movimenti involontari di chi l’ha occultato) che non si discosta da quella che oggi ne dà la scienza che, come si è detto, è a conoscenza del “fenomeno” già da tempo [10].
In definitiva, quanto male può fare una semplice tavoletta di legno su cui sono incise le lettere dell’alfabeto?
Nessuno. Salvo che non la si usi per nascondere la verità o come oggetto contundente…
[1] In questo ordine: al criminologo Augusto Balloni; al vicequestore Umberto Jovine; a Umberto Cavina; all’ex ministro Andreatta.
[2] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/04/18/andreotti-non-ho-mai-creduto-alla-seduta.html
[3] Un video con la spiegazione è disponibile sul canale ufficiale YouTube di Massimo Polidoro all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=cwwhN9hva3Q
[4] In pratica, una versione “fatta in casa” delle tavole Ouija i cui diritti di produzione, a testimonianza dell’innocuità del prodotto, sono in mano alla Hasbro… famosissima casa di giocattoli statunitense…
[5] Carpenter William B., “On the influence of suggestion in modifying and directing muscular movement, independently of volition.”, Proceedings of the Royal Institution of Great Britain, 1852, 1, pp. 147-153.
[6] http://www.gerograssi.it/cms2/index.php?option=com_content&task=view&id=12887&Itemid=159
[7] Uno dei tanti nomi d’arte di Herschmann Chaim Steinschneider. Definito “il mago di Hitler” (nonostante fosse ebreo di origine) perché aveva un rapporto confidenziale con il Führer che era un grande appassionato di esoterismo. Si dice che fu ucciso dalla Gestapo proprio a causa della gelosia che alcuni alti ufficiali nazisti nutrivano nei suoi confronti.
[8]«La condizione di tesissima aspettativa dei partecipanti alla séance spiritica e il loro forte desiderio di vedere il fenomeno del tavolo ballante provoca nelle loro mani dei riflessi muscolari involontari e inconsapevoli, in grado di produrre movimenti e i battiti del leggero tavolino a tre piedi».
Hanussen E. J., “Manuale di lettura del pensiero. Corso pratico in 12 lezioni”, a cura di Walter Oberhuber, Edizioni Mediterranee, 2004, p. 16
[9] Ibidem, p. 73
[10] Faraday M., Experimental investigation of table turning., Atheneum, July 1853, pp. 801-803; Una ricerca molto più recente: Spitz H.H., Nonconscious movements: from mystical messages to facilitated communication, Lawrence Erlbaum Associates, Princeton (New Jersey), 1997.
Grazie a te, Domenico. E’ sempre un piacere leggerti! 🙂