Cinque uomini armati, travestiti da militari, hanno assaltato il celebre museo del Bardo, nel cuore di Tunisi, accanto al Parlamento, probabilmente il loro obiettivo originario, dal quale sarebbero stati respinti. Uno scontro a fuoco, un assedio con decine di turisti presi in ostaggio, poi la strage. 24 i morti, secondo l’ultimo bilancio, ed almeno 50 feriti.
La Farnesina, in serata, ha confermato che 4 italiani sono stati uccisi ed altri 13 sono rimasti feriti. Il bilancio, purtroppo, non sarebbe definitivo. Dopo più di due ore, un blitz delle forze antiterrorismo tunisine ha messo fine all’assedio, gli ostaggi sono fuggiti terrorizzati e protetti dalle unità speciali. L’ISIS ha espresso il suo plauso per l’attacco, ma non una piena rivendicazione.
Due degli attentatori, entrambi di nazionalità tunisina, sono morti mentre tre membri del commando sarebbero riusciti a fuggire. Uccisi anche due tunisini, tra cui un agente di polizia, e turisti polacchi, tedeschi, spagnoli e colombiani. Al momento dell’attacco, nel luogo della sparatoria, c’erano tre bus turistici con i partecipanti alla crociere sulle navi Costa Fascinosa ed Msc Splendida. Tra loro, un gruppo di dipendenti del Comune di Torino. Molti degli italiani coinvolti, tra cui le 4 vittime, facevano parte del gruppo appena sbarcato dalla nave Costa.
La Farnesina ha fatto sapere che durante l’operazione sono stati messi in salvo cento connazionali quindi il bilancio delle vittime avrebbe potuto essere assai più grave. Poco dopo il blitz, è apparso in televisione il premier tunisino Habib Essid che ha dichiarato:
Questa sarà una guerra lunga, dobbiamo mobilitarci a ogni livello, tutti insieme, tutte le appartenenze politiche e sociali per lottare contro il terrorismo. Serve unità nella difesa del nostro paese che è in pericolo.
Dall’inizio di Febbraio, le operazioni antiterrorismo tunisine hanno portato all’arresto di circa 400 presunti terroristi. La pista interna, rafforzata dalla nazionalità dei due terroristi uccisi, potrebbe non essere in contrasto con quella internazionale. La Tunisia, infatti, nonostante le piccole dimensioni, è uno dei maggiori serbatoi di combattenti stranieri dell’ISIS sul fronte siriano ed iracheno, 3.000 secondo alcune indagini.
In serata avenue Bourghiba, luogo simbolo delle manifestazioni della rivoluzione dei Gelsomini, si è riempita di tunisini con bandiere al vento scesi in strada contro il terrore mentre il video dei deputati blindati in Parlamento durante l’attacco, che cantavano a squarciagola l’inno nazionale, faceva già il giro del web. Sono le immagini di un Paese che non ha alcuna intenzione di arrendersi al terrore.
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