La Terapia elettroconvulsivante (TEC), comunemente nota come elettroshock, è una tecnica terapeutica basata sull’induzione di convulsioni nel paziente attraverso il passaggio di una corrente elettrica attraverso il cervello.
La terapia fu sviluppata e introdotta negli anni trenta dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini. Il metodo consiste nel generare una stimolazione cerebrale attraverso il passaggio di una corrente elettrica responsabile di una crisi di epilessia tipo grande male. La somministrazione dell’impulso elettrico di breve o brevissima durata, è controllata da apparecchiature moderne che hanno raggiunto un grado di sicurezza assoluto.
La stimolazione elettrica terapeutica si propaga a tutto il cervello, comprese quelle parti che controllano l’umore, l’appetito e il sonno. La stimolazione a livello dei centri motori è visibile clinicamente attraverso la crisi convulsiva (minima perché controllata dai farmaci), mentre la stimolazione degli altri centri, compresi quelli più profondi, non è visibile se non con l’osservazione clinica della guarigione.
Il meccanismo non è ancora ben noto ma si suppone che l’ECT corregga le anomalie biochimiche che causano la depressione severa. All’inizio si ha una deplezione dei neurotrasmettitori, che nelle ore successive stimola i neuroni a ripristinare i neurotrasmettitori liberati durante la crisi.
In realtà, dal momento che l’ECT è attiva anche su stati opposti alla depressione come la mania e sta emergendo sempre più un ruolo anche di regolatore dell’umore come terapia di mantenimento in forme depressive ricorrenti o forme di disturbo bipolare, il meccanismo non è riconducibile solamente all’effetto su alcune sostanze biochimiche, ma su molti fattori contemporaneamente tra cui sembrano molto importanti la stimolazione dei fattori di crescita neuronale, ad esempio le neurotrofine come NGF, BDNF, GDNF, NT-3 e NP-Y, e dell’angiogenesi la cui stimolazione favorirebbe la rigenerazione delle parti di tessuto nervoso che sono alterate e ipotrofiche durante malattie come la depressione maggiore.
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