Il termine, derivato dall’inglese No mobile phone phobia, designa la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile. Tutto è nato in Gran Bretagna nel 2008, in occasione della pubblicazione dei risultati di un sondaggio sul rapporto degli utenti con il proprio cellulare, realizzato dalla Posta britannica su un campione di oltre 2.000 persone.
Nell’ambito dell’indagine, il 53% dei britannici intervistati dichiarava di essere ansioso quando non aveva con sé il proprio telefono. Qualche anno dopo, un altro studio condotto al di là della Manica ha rivelato che il 22% dei francesi non potrebbe vivere più di un giorno senza il cellulare.
Anche se la Nomofobia può tradursi in uno stato di ansia, stress o nervosismo, quando ci si trova senza telefonino o quando si è irraggiungibili. Secondo Catherine Lejealle, sociologa specializzata nell’uso delle nuove tecnologie:
Il termine dipendenza o fobia non viene correttamente utilizzato. Non si può considerare la Nomofobia come una patologia, perché non comporta una sofferenza fisica causata dalla mancanza dell’oggetto. In questo caso, è più corretto parlare di angoscia.
Un nomofobo su due non spegne mai il proprio cellulare, attanagliato da un’angoscia che la maggioranza dei soggetti giustifica con la paura di perdere i contatti con parenti e amici.
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