Resta un mistero la sorte di Renata Rapposelli, la pittrice scomparsa da Ancona lo scorso 9 ottobre. La donna, molto conosciuta in città, non dà notizie di sé da oltre un mese. Inutili i tentativi di contattarla telefonicamente: l’utenza risulta irraggiungibile proprio dal giorno del suo allontanamento.
La vicenda si tinge di giallo al rientro da un viaggio a Giulianova, dove la pittrice si reca per far visita al figlio, da qualche tempo malato. Lì vive anche il suo ex marito. Il rapporto tra Renata e i due uomini non è dei migliori. Infatti, dopo l’ennesima lite per motivi economici, l’ex coniuge decide di riaccompagnare a casa la donna in automobile. Renata, durante il tragitto, manifesta la volontà di recarsi presso il Santuario di Loreto. Tra i due, però, matura un’ulteriore discussione, sempre per questioni legate ai soldi, così l’uomo decide di far scendere l’ex moglie ancor prima di raggiungere la meta. Siamo in aperta campagna, a circa due-tre chilometri dal Santuario di Loreto. Da quel momento in poi di Renata si perde ogni traccia.
Cosa può esserle accaduto? La donna è mai arrivata presso il luogo di culto? Improbabile vi sia giunta a piedi, racconta un’amica. Renata aveva dei problemi ad una gamba e la sua andatura era piuttosto claudicante. Possibile abbia chiesto un passaggio?
L’ex marito, dopo averla fatta scendere dall’auto, fa ritorno a casa. Il giorno seguente decide di ricoverarsi in ospedale, precisamente nel reparto di psichiatria. Non è la prima volta che ciò accade. Apprenderà della sparizione di Renata soltanto tre giorni dopo, all’uscita dal nosocomio.
A sporgere denuncia di scomparsa – il 16 ottobre – sono gli amici di Renata che, non vedendola arrivare ad un appuntamento concordato preventivamente, si allarmano, temendo che un malore l’abbia colta in casa. La donna, però, in casa non c’è. I vigili del fuoco entrano nel suo appartamento trovando tutto in ordine.
I Carabinieri – dopo aver registrato la denuncia – contattano telefonicamente l’ex marito di Renata, il quale non riesce a ricostruire i fatti a causa dell’eccessiva agitazione. Il figlio, invece, racconta che il padre ha fatto rientro a Giulianova attorno alle 17:45 di quel 9 ottobre, dopo circa 4 ore dal momento in cui è uscito per accompagnare l’ex moglie. Un arco temporale che sembra vacillare, poiché per percorrere il tragitto Giulianova-Ancona si impiegano tre ore per il viaggio di sola andata.
Nessun testimone, tra l’altro, ha visto Renata nei pressi del Santuario di Loreto. Ciò che è certo è che i due ex coniugi abbiano litigato per motivi economici, forse un assegno di mantenimento ed il mancato versamento di alcuni arretrati. La donna stava attraversando un periodo di grande disagio, difatti veniva supportata anche dai servizi sociali. I trascorsi familiari, d’altra parte, erano piuttosto burrascosi e intrisi di risentimento, specie nel rapporto tra madre e figlio.
Giovedì scorso i due uomini sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. La decisione della Procura di Ancona si è concretizzata a seguito di un lungo interrogatorio. Un atto dovuto volto anche a supportare gli accertamenti irripetibili affidati ai RIS di Roma.
Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che non siano state trovate tracce biologiche rilevanti né all’interno dell’automobile tanto meno all’interno dell’appartamento di Giulianova, dove è scoppiato il diverbio.
Gli inquirenti, comunque, sono concentrati sulla pista familiare, ormai certi che di Renata vada cercato solo il corpo.
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