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Lo torturano e lo guardano morire. Prima di seppellirlo, una bella grigliata

28 Ottobre 2014 da admin Lascia un commento

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Lo hanno ucciso in quattro, con almeno trenta coltellate inferte, a turno, in organi non vitali, così da prolungarne l’agonia per ore, lasciandolo morire dissanguato. Il giorno dopo, mentre lo seppellivano nel giardino, hanno organizzato una grigliata  per festeggiare e per non dare nell’occhio.

Un delitto di incredibile violenza e brutalità, in qualche maniera legato alla ‘ndrangheta, come lo sono alcuni dei protagonisti, in un’area, quella della Bassa Comasca, da anni preda di infiltrazioni mafiose.

La vittima è Ernesto Albanese, 33 anni, residente a Fino Mornasco, un’esistenza sul filo dell’illegalità. Ha pagato con la vita un debito di droga, ma soprattutto le accuse inviate tramite Facebook alle persone con cui era entrato in affari. Per questo, la sua esecuzione è stata esemplare, di quelle riservate ai traditori. Il suo cadavere era stato trovato tre settimane fa sepolto nel giardino di una villetta a Guanzate nel comasco.

I cinque presunti responsabili dell’omicidio sono stati individuati negli ultimi giorni della Polizia di Como che questa mattina ha notificato in carcere – dove si trovano per altri crimini tutti i soggetti coinvolti – altrettante ordinanze di custodia cautelare per omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere ed una serie di reati collegati.

Si tratta di Luciano Nocera, 46 anni, i fratelli Filippo e Andrea Internicola, 42 e 46 anni, Rodolfo Locatelli, 39 anni e Francesco Virgato, 44 anni, tutti residenti in Comuni della Bassa Comasca. Una sesta ordinanza, per il solo reato di occultamento di cadavere, è stata notificata in carcere a Silvano Melillo, 55 anni. Gli esecutori materiali del delitto sono stati individuati in Nocera, l’uomo con cui la vittima aveva un debito per questioni di droga, Locatelli, Virgato e Andrea Internicola.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, grazie anche alle rivelazioni di uno degli arrestati, Virgato e Andrea Internicola hanno tentato di uccidere una prima volta Albanese il 5 Giugno, sbagliando però casa ed obiettivo. Sparano contro un uomo, del tutto estraneo alla vicenda, che scampa al delitto, in una casa a corte di Cadorago.

Per non commettere altri errori, la banda decide di attirare Albanese in una trappola. Locatelli lo stordisce a bastonate, lo carica in auto e lo porta in un bosco a Guanzate, poco distante. Ad attenderli ci sono Nocera, Virgato e Andrea Internicola, ma non Filippo perché malato. Qui il trentatreenne viene giustiziato dai suoi aguzzini che si passano il coltello di mano in mano, poi lo guardano morire, lentamente, dissanguato. Il cadavere viene sepolto temporaneamente nel bosco. La notte successiva, gli assassini scavano una fossa di tre metri di profondità con un escavatore nel giardino di una casa nella disponibilità degli Internicola.

La mattina dopo, mentre alcuni di loro vanno a recuperare la salma, gli altri organizzano la grigliata. Albanese viene quindi calato nella sua nuova tomba, mentre i suoi assassini mangiano e bevono. Nel frattempo, la polizia, indagando sulla misteriosa sparatoria di Cadorago, ha scoperto che Albanese è sparito. A fine Settembre, vengono arrestati, per altri reati, i fratelli Internicola e Locatelli, che decide di collaborare e racconta tutto.

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