Il Kappa (河童), chiamato anche Kawatarō o Kawako (figlio del fiume), è uno yōkai ovvero uno spirito della mitologia giapponese che abita laghi, fiumi e stagni. In Giappone si usava far galleggiare i feti dei bambini nati morti lungo i corsi d’acqua e proprio da questa antica tradizione pare sia nata tale figura mitologica. Il nome di questo strano essere potrebbe anche derivare dal termine Capa, utilizzato per indicare la veste dei monaci portoghesi sbarcati nel Paese del Sol Levante nel XVI secolo. Secondo un’altra tesi, invece, pare che in origine il termine indicasse “creature o uomini dei corsi d’acqua”. C’è pure chi sostiene che il Kappa riprenda nelle fattezze i soggetti affetti da Ittiosi Arlecchino, tremenda malattia infantile relativamente comune in Asia, che fino al secolo scorso non lasciava scampo ai neonati. Questo spiegherebbe le caratteristiche scaglie che ne ricoprono il corpo così come il guscio rotto, probabilmente metafora della sacca placentare, e l’aspetto fanciullesco.
Nonostante il suo aspetto sia più simile a quello di una scimmia o di una rana, la maggior parte delle descrizioni dipinge il Kappa come un umanoide delle dimensioni di un bambino. Secondo alcuni la sua faccia avrebbe sembianze gorillesce, secondo altri sarebbe dotato di un becco simile a quello delle tartarughe. Fatto sta che generalmente i disegni mostrano queste creature mitologiche con spessi gusci simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa in colori che vanno dal verde al giallo e al blu. Hanno mani e piedi palmati che li aiutano a nuotare velocemente e una cavità piena d’acqua in cima alla testa circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome al taglio okappa atama.

Il Kappa è una creatura dispettosa e maliziosa, usa fare scherzi innocenti come rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, ma può anche arrivare a rapire bambini o stuprare donne. Proprio i più piccini rappresentano il suo pasto preferito, ma non disdegnano la carne degli adulti: si nutrono delle loro vittime inermi, succhiandone fuori le interiora (il sangue, il fegato, o la “forza vitale”) attraverso l’ano. Ancora oggi, in tutto il Giappone, in prossimità dei corsi d’acqua ci sono avvisi che mettono in guardia dai Kappa e, siccome si dice che abbiano paura del fuoco, alcuni villaggi ogni anno organizzano festival di fuochi d’artificio per spaventarli e tenerli lontani.
Il Kappa trae la sua forza sovrumana dall’acqua contenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea che si trova sulla sua testa: se il liquido cade, infatti, lo spirito si indebolisce fino a morire. Per questo i bimbi più testardi vengono incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi col pretesto che sia l’unico modo per difendersi da questo demone. Altri narrano che l’acqua che ha sul capo gli permetta di muoversi sulla terraferma quindi, se una persona riesce a ingannarlo facendolo inchinare, la creatura non riesce più a muoversi restando nella posizione dell’inchino fino a quando la boccia-foglia di ninfea non viene riempita di nuovo con l’acqua del fiume o dello stagno dove vive. Se a riempirla nuovamente è un essere umano, il Kappa lo servirà per l’eternità.
Il Kappa è molto curioso ed è in grado di comprendere e parlare il giapponese, per questo può capitare che sfidi chi incontra a batterlo in test di abilità, come lo shōgi (gioco simile agli scacchi molto popolare in Giappone), o in un incontro di sumo. Può anche stringere amicizia con gli uomini in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli, l’unica pietanza che queste strane creature apprezzano più dei bambini. Alle volte i genitori giapponesi scrivono i loro nomi o quelli dei figli sui cetrioli per poi lanciarli nelle acque infestate da questi spiriti e placare la loro fame.

Inoltre, una volta stretta amicizia con un Kappa, si dice che questo esegua diversi compiti come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Pare sia anche un grande conoscitore della medicina e che abbia insegnato agli esseri umani come guarire le fratture. Il suo profondo senso del decoro non gli permette di rompere un giuramento, quindi, se si riesce ad obbligare un Kappa a promettere aiuto, non avrà alcuna scelta che mantenere la parola data.
Nello shintoismo viene considerato uno dei tanti Suijin (dei acquatici) e alcuni santuari, detti Jinja, sono dedicati all’adorazione di quei Kappa particolarmente benevoli.
Questi spiriti, propri del folklore giapponese, sono simili ai Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania e ai Kelpie scozzesi. In tutte queste culture sono stati utilizzati per spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si nasconde nelle acque profonde. Una variante del Kappa è lo Hyōsube, interamente coperto di pelo.

Lascia un commento