
Di Nunzia Procida
Mentre sei su Facebook, ti arriva una richiesta di amicizia. Il nome non ti dice niente, ma la foto è quella di un aitante soldato americano, in divisa e con la bandiera degli USA alle spalle. Decidi di accettare la sua amicizia e iniziate a chattare. Lui si dimostra fin da subito attento ai tuoi bisogni, ti ascolta e, frase dopo frase, ti convinci che sia l’uomo dei tuoi sogni. Ebbene, non lo è. Non è un soldato, non è un uomo alla ricerca del grande amore, ma si tratta di uno scammer, un truffatore che da te non vuole nient’altro che soldi. Tanti soldi.
Nonostante siano già numerose le segnalazioni che la Polizia Postale continua a ricevere, resta sconosciuto il numero reale delle vittime poiché molte si vergognano di raccontare di essere state truffate, oltre che ferite nei sentimenti. Le vittime di solito sono donne, tra i 35 e i 60 anni, che credono di essere sentimentalmente coinvolte con un soldato americano impegnato in una missione di pace, ma vengono sfruttate ed infine derubate da soggetti che colpiscono da migliaia di chilometri di distanza.
Questi cyber criminali, infatti, agiscono in particolare dall’Africa; facendo leva sulle emozioni e il patriottismo delle loro vittime, riescono a far passare informazioni errate e lesive sull’esercito e sui relativi regolamenti.
Come agisce lo Scammer
Innanzitutto ruba l’identità a un soldato, creandosi un falso profilo sui social. Cerca poi le potenziali vittime e invia loro la richiesta d’amicizia, tentando di carpire la loro fiducia fra una “chattata” e l’altra. Una fiducia così forte che tra i due arriva a consolidarsi anche sessualmente: il finto soldato chiede alla donna come sarebbe avere una rapporto intimo, com’è vestita e magari qualche foto per tenergli compagnia mentre è impegnato in qualche fronte insidioso nel mondo (generalmente in Afghanistan o in Siria).
Alcuni scammer hanno una pazienza infinita, seguono la vittima anche per più di un anno prima di passare alla richiesta di denaro. Tra le richieste più frequenti compaiono:
- comprare un computer portatile perché a loro non è consentito di usare quello dell’unità dove operano;
- comprare un telefono speciale internazionale, perché la loro unità non è dotata di telefono;
- comprare le carte per il congedo militare;
- soldi per le spese di trasporto per rientrare;
- contribuire a pagare le spese mediche di ferite da combattimento;
- accedere al proprio conto bancario e/o alla carta di credito, bloccati per motivi burocratici dall’esercito;
- soldi rientrare in patria;
- se dicono che sono vedovi, si trovano in difficoltà con il mantenimento dei figli.
Una volta ricevuta la somma di denaro, lo scammer sparisce e solo in questo frangente la malcapitata si rende conto di essere stata raggirata. Il truffatore intesse una “storia sessuale” con la vittima per rendere la relazione più intima e per minacciarla, qualora i soldi inviatigli non siano a sufficienza, di pubblicare le sue foto online e di renderle visibili a parenti, amici e colleghi di lavoro. Quando viene scoperto dalla vittima può agire in due modi:
- cancella il proprio profilo social;
- ammette il crimine.
In questa seconda ipotesi, lo scammer giura di essere innamorato della persona raggirata e la invita a raggiungerlo nel suo paese d’origine, generalmente in Nigeria, dove la vittima viene spesso costretta a rimanervi: numerose sono, infatti, le vicende finite con uno stupro o un sequestro di persona.
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