
Antonella Dell’Orfano, giudice della seconda Sezione Civile del Tribunale di Roma, ha riconosciuto ad un ex detenuto cinquantenne un risarcimento di 11.000 euro (8 euro al giorno), a fronte di 1378 giorni di carcere vissuti in un contesto considerato inumano e degradante.
L’uomo, nel 2014, si era appellato all’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ricorrendo contro il Ministero della Giustizia per l’inadeguatezza delle strutture penitenziarie in cui ha scontato quasi quattro anni di reclusione per spaccio e reati contro il patrimonio.
L’ex recluso ha raccontato di una cella, a Regina Coeli, in cui c’erano quattro persone, all’interno della quale ogni singolo detenuto aveva a disposizione uno spazio inferiore ai tre metri quadrati che gli spetterebbero di diritto. Un ambiente privo di condizioni igieniche accettabili, scarsamente illuminato e che non avrebbe consentito ai suoi ospiti di mantenere un minimo di riservatezza persino nell’angolo riservato al bagno. Docce fredde e non tutti i giorni.
A Rebibbia, l’uomo è stato dal 2010 al 2014. Lo spazio a disposizione di ognuno dei sei detenuti presenti all’interno della cella era di soli 3,14 metri quadrati. Misura che, tenendo conto dello spazio occupato dal mobilio, non consente il rispetto della normativa europea. Il tutto aggravato dal fatto che il detenuto, invece delle otto ore da trascorrere fuori dalla sua cella, avrebbe usufruito solamente di sei ore per socialità ed altre attività.
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