Enrico De Pedis, storico boss della banda della Magliana, a un certo punto cominciò a non dividere più i proventi delle attività illecite con i suoi ex complici detenuti ed i loro familiari. Non si sentiva più in dovere di farlo poiché i suoi introiti ormai provenivano in buona parte da attività esclusivamente sue.
Gli altri lo interpretarono come uno sgarro in piena regola e nel 1989 Edoardo Toscano, appartenente alla fazione dei Maglianesi opposta a quella dei Testaccini di cui De Pedis era il capo indiscusso, appena uscito dal carcere decise di eliminarlo. Renatino però fu più rapido, con un pretesto lo attirò in un’imboscata e lo fece uccidere dai suoi guardaspalle Angelo Cassani detto Ciletto e Libero Angelico, noto negli ambienti malavitosi col soprannome di Rufetto.
Quando Marcello Colafigli evase dal carcere, la fazione dei Maglianesi cominciò a riorganizzarsi per ammazzare De Pedis. L’occasione si presentò, quando riuscirono a convincere Angelo Angelotti, vecchia conoscenza della banda della Magliana, a fissare un appuntamento con Renatino, il 2 Febbraio del 1990, in via del Pellegrino nei pressi di Campo dei Fiori a Roma.
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