L’arte di Gaetano Porcasi ha come movente il principio ispiratore che a guidare l’occhio nella dimensione estetica è il cervello, ossia la capacità razionale che accomuna tutti gli esseri umani al di la delle loro idee politiche e religiose. E proprio facendo leva sul grande tesoro della ragione umana, la sua attività pittorica si presenta carica di forte, anzi fortissima denuncia sociale contro il triste flagello della mafia, con lo scopo principale di RICORDARE, soprattutto, i tanti caduti per mano mafiosa.
Denuncia e Ricordo: come scriveva Leonardo Sciascia “il nostro è un paese senza memoria e senza verità ed io, per questo, cerco di non dimenticare”. Da una parte la denuncia del fenomeno mafioso, nella consapevolezza che la cultura, ossia una visione della vita impregnata di sani valori etico-morali, sociali, religiosi, possa dare un notevole contributo al cammino di liberazione, dall’altra il ricordo di persone, note e meno note, che hanno pagato con la loro vita il loro alto senso dello Stato, delle sue istituzioni, delle sue leggi, della legalità vissuta nel quotidiano, del rifiuto del meccanismo perverso delle raccomandazioni e del servilismo sciocco che attanaglia, purtroppo, ancora oggi, molti siciliani. Ricordare significa “far passare attraverso il cuore”, cioè rendere presenti, alla dimensione razionale, ma anche a quella affettiva, le persone che hanno perso la guida per servire un ideale.
Da servi sciocchi a uomini liberi! Un profondo valore etico caratterizza e attraversa questa pittura, dove si susseguono i tanti personaggi del “gotha” mafioso e le loro tristi opere di morte, di devastazione delle persone, della società, dell’economia, del vero volto della Sicilia e dei siciliani onesti e laboriosi.
Fonte: http://www.gaetanoporcasi.it/2014/
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