Con tale denominazione giornalistica, si è soliti definire gli eventi attinenti il pluriomicidio a sfondo politico avvenuto a Roma il 7 Gennaio 1978, in cui furono uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.
Bigonzetti e Ciavatta caddero assassinati in un agguato, davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larentia. Recchioni, invece, venne ucciso qualche ora dopo durante gli scontri scoppiati con le forze dell’ordine in seguito ad una spontanea manifestazione di protesta, organizzata davanti alla stessa sede dai militanti missini.
La strage di Acca Larentia fu uno dei momenti più tragici della storia recente del nostro Paese e contribuì, in maniera determinante, ad un salto di livello della violenza politica e dell’odio ideologico tra le opposte fazioni negli Anni di Piombo, generando un’ulteriore recrudescenza nelle tensioni tra gli opposti estremismi e contribuendo, così, al mantenimento di quello stato di tensione che per molti anni ha accompagnato la storia della prima Repubblica.
Secondo lo storico Giorgio Galli, sarebbe addirittura legittimo il dubbio che l’agguato sia stato “commissionato” da elementi esterni al terrorismo politico, proprio con la finalità di elevare il livello dello scontro ideologico di piazza.

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