
Quasi tutti lo hanno guardato, ma sono pochi quelli che sanno che Ridley Scott per il film “Tutti i soldi del mondo” si è ispirato a una tragica storia realmente accaduta: il rapimento di John Paul Getty III.
John Paul Getty III nasce a Minneapolis il 4 Novembre 1956, figlio di John Paul Getty Jr e nipote del petroliere miliardario Jean Paul Getty, fondatore della compagnia statunitense Getty Oil. Il padre dirige la divisione italiana della compagnia a Roma e dopo aver divorziato, quando lui ha 8 anni, si risposa con la modella Talitha Pol. Dopo il divorzio dei genitori, Paul resta a Roma con la madre Gail Harris trascorrendovi gran parte dell’infanzia. I due vivono in una lussuosa casa nel quartiere Parioli, ma Paul non è un figlio né uno studente modello.
A 15 anni è già stato espulso da 7 scuole, fa uso di droghe, dorme di giorno mentre di notte gira per locali frequentando i malavitosi del tempo. È dotato però di animo artistico ed estroso, crea e vende gioielli, dipinge, partecipa come comparsa ad alcuni film e posa nudo per una rivista erotica (che pubblicherà gli scatti dopo il suo rapimento).
Piazza Farnese, 10 Luglio 1973, sono le tre del mattino, Paul viene bendato, immobilizzato e imprigionato in una grotta da uomini della ‘ndrangheta. Il 26 luglio viene chiesto il riscatto prima di 2, poi di 10 milioni di dollari. La polizia in prima battuta, anche dopo la lettera del ragazzo indirizzata alla madre, è scettica: teme sia una messinscena del rampollo per estorcere soldi. Sia il padre che il nonno dichiarano di non poter pagare tale cifra e addirittura il nonno dichiara di avere ben 14 nipoti, ragion per cui, se pagasse anche un solo penny, se li ritroverebbe tutti rapiti.

Intanto il tempo passa, i rapitori si spazientiscono e il 14 novembre mandano al quotidiano “Il Messaggero” un plico con dentro una lettera indirizzata “alla famiglia che è la più ricca del mondo e dimostra di essere la più caina”, un ciuffo di capelli rossi e un orecchio, il destro, tagliato (il plico arriva con 28 giorni di ritardo a causa di uno sciopero delle poste). La madre riconosce subito l’orecchio del figlio, ma i periti si limitano a dire che è stato tagliato ad una persona viva, di età inferiore ai 30 anni. Otto giorni dopo, in un barattolo di vetro sull’autostrada Roma-Napoli, vicino a Valmontone (Roma) vengono fatte trovare alcune fotografie di Getty con l’orecchio mozzato. Dopo un primo tentativo del padre e del nonno di far aprire una sottoscrizione per raccogliere la somma necessaria al riscatto, iniziano le trattative. La richiesta si abbassa a circa 3 milioni di dollari: il nonno sborsa il massimo deducibile dalle tasse ovvero 2,2 milioni, il resto lo mette John Paul Getty Jr. che però si impegna a restituire il danaro al padre con un interesse del 4%.
Il 12 dicembre, seguendo le indicazioni dei rapitori, un emissario lascia tre sacchi contenenti il denaro in una zona vicino Rivello nel potentino; 72 ore dopo il ragazzo viene rilasciato e ritrovato da un camionista sulla Salerno-Reggio Calabria all’altezza di Lauria. È il 15 dicembre 1973 ed è anche il compleanno del nonno a cui deve la libertà. Il processo di primo grado si conclude nel 1976 con l’assoluzione dei principali indiziati: Girolamo Piromalli e Saverio Mammoliti e con la condanna di altri due imputati, in qualità di esecutori materiali del sequestro. In Corte di Appello, a Potenza, le pene vengono ridotte a tutti. Il denaro, a parte poche banconote, non sarà mai ritrovato, con tutta probabilità viene impiegato per il traffico di eroina.
Nel frattempo Paul nel 1974 sposa la tedesca Gisela Zacher e viene diseredato dal padre. Dal matrimonio nasce Paul Balthazar. I due divorziano nel 1993. Continua a coltivare le sue doti artistiche e nel 1980 recita, con buoni risultati, nel film di Wim Wenders “Lo stato delle cose”. Probabilmente gli si sarebbe aperta una carriera nel cinema, se nel 1981 non fosse stato colpito da un ictus causato da un cocktail di alcool, farmaci e droghe che lo renderà quasi cieco, disartrico e paralizzato. Muore a 54 anni, nel 2011, nella sua tenuta di Wormsley in Inghilterra.
Ne sono state dette di tutti i colori su di lui, ma nessuno può parlare di chi ha vissuto un’esperienza così terribile come un rapimento e una mutilazione a soli 16 anni. Troppo facile giudicare un ragazzo che cercava il suo posto nel mondo e che si distingueva per il suo essere al di sopra delle righe. Un adolescente che in un mondo di omologati aveva scelto di essere “diverso” e che in fondo avrebbe voluto soltanto essere un ragazzo come tanti.

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