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Giallo di Avetrana, Analisi Dichiarazioni e Comunicazione non Verbale di Sabrina Misseri

10 Novembre 2020 da Webmaster Lascia un commento

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Di Vittorio Mangiameli

Si analizzano le dichiarazioni rilasciate da Sabrina Misseri durante il processo in Corte d’Assise per l’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi. Le immagini sono estrapolate dalla trasmissione Un giorno in pretura, visualizzabile tramite questo link:

Un giorno in pretura

E’ necessario comparare i frame successivamente presentati con la baseline fenomenologica del soggetto in questione (Figura 1). In ogni caso, si consiglia di analizzare i vari movimenti in tutto il loro ciclo vitale (onset, apex e offset) utilizzando il link al video originale precedentemente fornito.

Fig. 1 – Base comparativa

L’avvocato difensore chiede a Sabrina Misseri se avesse mai parlato con il padre, Michele, del legame tra la piccola Sarah e l’amico Ivano. La risposta negativa della ragazza è accompagnata dalla fenomenologia emozionale tipica della rabbia. Si notano, in particolare, nella parte bassa del viso le unità di azione 23 e 24 (rispettivamente labbra ruotate verso l’interno della bocca e pressione tra le labbra) causate dalla contrazione del muscolo orbicolare della bocca. In più è evidente la dilatazione delle narici (AU 38) e un gesto manipolatore al collo, funzionale alla dissipazione dello stress emozionale maturato (Figura 2).

Fig. 2 – Min. 31:43.480

L’avvocato chiede alla sua assistita se è veritiera l’affermazione di Michele Misseri che aveva dichiarato di averla trovata, il giorno del delitto, una volta rientrato a casa, nel bel mezzo di una discussione con la madre. La risposta di Sabrina è negativa, ma l’analisi del suo comportamento non verbale rivela elementi riconducibili alla rabbia, alla paura e al piacere della beffa. Nella Figura 3 si può notare un lieve innalzamento delle palpebre superiori (AU 5) e una tensione orizzontale e diagonale nelle labbra, che risultano allungate e schiuse in un leggero sorriso (rispettivamente AU 20 e 12). Questi elementi rivelano una leggera soddisfazione mista a un pizzico di paura nel soggetto, emozioni potenzialmente incoerenti con la sua precedente negazione verbale. Pochi istanti dopo, invece, ritroviamo una fenomenologia della rabbia analoga a quella già analizzata (Figura 4)

Fig. 3 – Min. 48:25.680
Fig. 4 – Min. 48:25.960

“Alle 14:00 circa del 26 Sarah era a casa sua?” Laconica la replica di Sabrina Misseri: “No. E’ falso”. Anche qui è possibile osservare una risposta non verbale incoerente con quella verbale. Nella Figura 5 notiamo un leggero sorriso che cerca di essere controbilanciato dal soggetto attraverso la contrazione del muscolo buccinatore. L’azione di queste fibre muscolari genera una tensione agli angoli della bocca con conseguente approfondimento delle rughe limitrofe.

Fig. 5 – Min. 50:19.120

Avvocato: “Lei è andata a svegliare suo padre per chiedergli aiuto?”

Sabrina: “No, no questo è falso”.

Il soggetto, notevolmente preoccupato in questa fase processuale, mostra segni di forte stress emotivo (Figura 6). Oltre al corrugamento delle sopracciglia, è apprezzabile la suzione del labbro inferiore (AU 28) seguita da un leggero morso allo stesso labbro (AU 32). In più, prendendo in rassegna il video precedentemente fornito, si osserva anche un incremento del battito palpebrale. Se traslassimo l’intera situazione in un contesto differente, quale ad esempio un interrogatorio durante le indagini preliminari, l’interrogante dovrebbe provare ad approfondire la domanda che ha generato tutti questi indicatori di stress, per cercare la motivazione soggiacente tale comportamento.

Fig. 6 – Min. 51:14.880

Avvocato: “Quindi lei ha trascinato o no in cantina Sarah, d’accordo con suo padre, per darle una lezione?”

Sabrina: “No, non è vero. E’ falso”.

Anche in questo caso, partendo dall’analisi della risposta non verbale dell’imputato, si osservano numerose incoerenze. Sabrina, nel momento in cui nega verbalmente di aver trascinato Sarah in cantina, mette in atto il cosiddetto blocco dell’occhio. Le palpebre risultano chiuse per un intervallo di tempo superiore rispetto a un semplice Eye Blink per allontanarsi “fisicamente” da un’affermazione considerata “scomoda” dal soggetto; chiudere gli occhi, in questo caso, vorrebbe dire “evitare di vedere” ciò che si sta affermando. Successivamente si palesa sul viso dell’imputato un leggero sorriso asimmetrico (AU 12) controbilanciato dall’ AU 14 e dalla suzione del labbro inferiore. Infine il soggetto ruota la testa, anche in questo caso, probabilmente, per allontanarsi fisicamente dallo stimolo stressante (Figura 7).

Fig. 7 – Min. 53:11.480

In conclusione, dopo questa breve analisi, dalle dichiarazioni di Sabrina Misseri sono emerse numerose incoerenze tra il piano verbale e quello non verbale di comunicazione. Il soggetto ha mostrato numerosi tentativi di mascheramento e di falsificazione delle emozioni, conditi da forti segni di scarica dello stress emozionale maturato. Le dichiarazioni, di conseguenza, risulterebbero poco convincenti e generalmente inefficaci dal punto di vista comunicativo.

© Riproduzione riservata

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