Milano, sono le 9:15 del 17 Maggio 1972, il commissario Luigi Calabresi è appena uscito di casa. E’ in via Cherubini, sta attraversando la strada per raggiungere la sua macchina, una FIAT 500 blu, quando un uomo (secondo i testimoni oculari, molto alto) lo fredda alle spalle con due colpi di pistola, uno alla nuca e l’altro alla schiena, per poi fuggire.
Dopo la sua morte, la testata di Lotta Continua esce con questo titolo:
Ucciso Calabresi, il maggior responsabile dell’assassinio Pinelli.
Nato a Roma nel 1937, laureato in legge con una tesi sulla mafia, Calabresi si trova a Milano dal 1965, prima come Commissario capo, poi come Vice capo dell’Ufficio politico. A lui vengono affidate le inchieste più scottanti di quegli anni e negli ambienti dell’estrema sinistra è assai conosciuto perché viene spesso inviato a controllare le Manifestazioni.
E’ l’ultimo atto di una feroce campagna d’odio che individua in Calabresi il responsabile della morte di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico precipitato in circostanze misteriose da una finestra degli uffici della Questura di Milano, il 15 Dicembre del 1969, durante un interrogatorio nell’ambito delle fitte e fumose indagini circa la strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 Dicembre di quell’anno.
Nel 1975 il giudice Gerardo D’Ambrosio dimostra che il commissario Calabresi non solo non era presente nella stanza mentre Pinelli veniva interrogato, ma non aveva connessione alcuna con la sua morte.
Nel 1988, dopo anni di indagini che non portano ad alcun risultato, Leonardo Marino, militante di Lotta Continua, confessa di aver partecipato all’omicidio del commissario come autista, indicando come esecutore materiale Ovidio Bompressi e come mandanti Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.
Seguono otto processi, che si concludono con una sentenza definitiva nel 2000: 22 anni di reclusione a Sofri (scarcerato nel gennaio 2012), Bompressi (graziato nel 2006) e Pietrostefani (latitante). Prescrizione del reato per Marino. Nel 2005, al termine dei lunghissimi processi, la Strage di Piazza Fontana resta, scandalosamente, senza colpevoli.
Il 12 Maggio 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi premia Luigi Calabresi con la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria, come vittima del terrorismo. Il caso Pinelli viene chiuso con l’ipotesi di un malore.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria:
«Fatto oggetto di ignobile campagna denigratoria, mentre si recava sul posto di lavoro, veniva barbaramente trucidato con colpi d’arma da fuoco esplosigli contro in un vile e proditorio attentato. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed alto senso del dovere.»
Milano, 17 maggio 1972
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