Tommaso Buscetta fece i nomi, mai usciti, di uomini politici di primo piano affiliati a Cosa Nostra, alcuni dei quali hanno fatto una bella carriera nell’Antimafia.
Lo rivela Luigi Li Gotti – avvocato storico del Boss dei due mondi – a Francesco Vitale, inviato del Tg2 e autore del Dossier Codice Buscetta che ripercorre la vita del padrino di Cosa Nostra diventato collaboratore di giustizia, morto nel 2000 a New York, dove viveva sotto protezione dopo una vita trascorsa sul crinale tra Mafia e Stato.
La lista degli insospettabili “uomini d’onore” fa parte di una sorta di “testamento” che Buscetta scrisse durante un interrogatorio dopo le stragi del 1992 e la morte di Giovanni Falcone, magistrato di cui si fidava e al quale aveva fornito la chiave di interpretazione di Cosa Nostra. In seguito Buscetta si rifiutò di verbalizzare quel testamento, deluso dai veleni che vedeva circolare attorno alle sue rivelazioni di grande pentito di mafia. Una scelta, quella del pentimento, che travolse la vita della sua famiglia, in gran parte sterminata per ordine dei boss inchiodati dalle sue testimonianze.
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