• Skip to main content
  • Skip to secondary menu
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer
  • Il Giornale
  • Il Team
  • Come evitare Truffe e Raggiri
  • Archivio
  • Galleria
  • Scritto da Voi
  • Contattaci

Scena Criminis

L'Informazione al servizio della Legalità

  • ItalianoItaliano
    • ItalianoItaliano
    • EnglishEnglish
    • EspañolEspañol
  • News & Storia
    • News
    • Criminalità Organizzata
    • Parole Criminali
    • Storia Criminale
    • Violenza di Genere
  • Citazioni, Interviste e Video
    • Citazioni
    • Le Interviste
    • Video
  • Crimine & Arte
    • L’occhio che uccide: Cinema e Crimine
    • Violent Art
    • Ritratti Criminali
    • Consigli Bibliografici
  • Delitti & Biografie Criminali
    • Caserta: Crimini dal Passato
    • Biografie Criminali
    • Istantanee da un Delitto
    • Misteri e Delitti Irrisolti
    • Most Wanted
    • Serial Killer
  • Scienze Forensi
    • Criminalistica
      • Colpo in canna: Fucili e Pistole
    • Criminologia
      • Psicologia
      • Sociologia
    • Diritto
    • Comunicazione Non Verbale
You are here: Home / News & Storia / Il Malleus Maleficarum, folle strumento dell’Inquisizione per massacrare 9 milioni di streghe

Il Malleus Maleficarum, folle strumento dell’Inquisizione per massacrare 9 milioni di streghe

6 Marzo 2015 da admin Leave a Comment

65Shares

3,995 Visite totali, 1 visite odierne

Di Michela Donvito

“In conclusione, tutte queste cose provengono dalla concupiscenza carnale che in loro è insaziabile […] non c’è da stupirsi se tra coloro che sono infetti dall’eresia delle streghe ci sono più donne che uomini […] E sia benedetto l’Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello!”

Malleus maleficarum, I parte, questione VI

È ormai noto che la stregoneria fosse imputata soprattutto alle donne e che perseguitare le streghe, le puttane del diavolo, che rubano il latte, suscitano le tempeste, cavalcano caproni o scope, tormentano i bambini nella culla, trasmutano gli oggetti in forme diverse, fosse compito esclusivo degli uomini.

C’era una sottocultura delle donne, un loro potere sotterraneo, che rappresentava una triplice minaccia per la Chiesa: la strega era una donna che non si vergognava di esserlo, sembrava appartenere ad un movimento clandestino di donne organizzate, era una guaritrice empirista, cioè basava i suoi metodi sui risultati conseguiti attraverso l’osservazione, sui sensi (la Chiesa, al contrario, diffidava dei sensi, del mondo materiale, a favore della dottrina di fede). Bisognava quindi sopprimere le streghe, e la soppressione, legalizzata, ci fu, e fu violenta e sanguinosa.

Sull’Inquisizione…

L’Inquisizione torturò e bruciò sul rogo milioni di persone innocenti, moltissime delle quali furono donne, accusate di stregoneria e di eresia contro i dogmi religiosi e giudicate senza processo, in segreto, col terrore della tortura.

La nascita dell’Inquisizione inizialmente fu un tentativo di arginare l’eresia, attraverso la predicazione e la pubblica disputa con gli eretici, e non riguardò la superstizione e le pratiche di magia nera: per sconfiggere le eresie dilaganti in Europa (manichei, albigesi, convertiti ebrei, musulmani insinceri, soprattutto i catari), destabilizzanti non solo del mondo religioso, ma anche dello stato sociale, nel Medioevo prese forma l’Inquisizione (da “inquisire”, “ricercare”).

Papa Lucio III e l’imperatore Federico Barbarossa nel 1184 stabilirono le modalità con le quali ricercare e punire gli eretici: nacquero, allora, le Constitutiones, secondo le quali chi ne aveva l’autorità, pena la scomunica, doveva punire i catari, confiscando i loro beni e allontanandoli dai pubblici uffici, e si diede disposizione che tutti i vescovi visitassero le proprie diocesi due volte all’anno per ricercare gli eretici.

I provvedimenti erano rivolti soltanto contro coloro che si erano allontanati dalla fede cattolica, in seguito si cominciò ad associarli alla stregoneria, alle streghe e agli stregoni, e dalla predicazione si passò alla brutale persecuzione, con arresti, processi, torture, impiccagioni e condanne al rogo, contro tutti i devianti, soprattutto contro le donne, ritenute creature inferiori, temibili, di cui sempre diffidare, alleate con il diavolo.

Ben presto ci si rese conto che i provvedimenti adottati contro le eresie non potevano essere affidati allo zelo, talvolta scarso, dei vescovi e si cominciò a pensare alla creazione di un Tribunale Ecclesiastico, in grado di combattere sia l’eresia che la stregoneria. Così, nel 1233 Gregorio IX, con la bolla “Ille umani generis”, sancì la nascita dell’Inquisizione “pontificia”, un tribunale ad hoc contro ogni forma di eresia.

Sollevati dai loro incarichi i vescovi, i tradizionali compiti antiereticali furono affidati ai più efficienti frati domenicani, che ebbero il potere di imporre pellegrinaggi espiatori, infliggere il carcere a vita, persino di riesumare cadaveri di eretici da uccidere nuovamente sul rogo, perseguitando soprattutto le donne, accusate di esercitare “azioni e formule collegate alla magia e di aver stretto patti scellerati col demonio”. 

Sul “Malleus maleficarum”, il sadico libro guida che non mancò mai sul banco dei giudici del tempo…

I due teologi domenicani, Krämer e Sprenger, furono autorizzati, sia dal pontefice che dall’imperatore Massimiliano I d’Austria, ad un compito terribile ed edificante: estirpare le radici del male ed elevare l’umanità cristiana. Nell’inverno 1486-87 diedero alle stampe il Malleus Maleficarum (“Il martello delle streghe”, o “Il maglio delle streghe”), un manuale per l’inquisitore in cui s’illustravano i malefizi operati dalle “malefiche”, le streghe, i mezzi per riconoscerle, i metodi per gli interrogatori, le pratiche per le torture.

Il libro, che sul frontespizio della prima edizione recava la scritta Haeresis est maxima opera maleficarum, ebbe un successo enorme (34 edizioni e 35.000 copie stampate) e si rivelò essere uno strumento inquisitorio infallibile, divenuto una pietra miliare in questa parte aberrante del mondo cattolico. L’inquisizione perseguitava tutti gli eretici, ma i due autori si scagliarono soprattutto contro le donne, colpevoli di lasciarsi sedurre dal diavolo e di accoppiarsi con lui. Così che, nato per essere un trattato teologico sostenuto dalle fonti bibliche e dai grandi pensatori della Chiesa, divenne un immenso delirio sessuofobico, pagine e pagine tese ad umiliare le donne e la ragione umana, fra superstizione, misoginia e perversione, che condusse a morte un numero talmente elevato di presunte streghe da causare un vero e proprio massacro di donne.

Quest’opera terribile era articolata in tre parti: la prima riguardante i fenomeni di stregoneria; la seconda sui modi attraverso i quali si possono manifestare i sortilegi delle streghe; la terza, la più conosciuta e la più utilizzata dai “difensori della fede”, sulla procedura e sulle fasi del processo (torture, condanne, etc.), imperversò tragicamente per tre secoli.

Nel Malleus si elencava dettagliatamente quello che combinavano le streghe:

“Uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l’uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano gli uomini, donne, animali da tiro, mandrie, greggi ed altri animali domestici; fanno soffrire, soffocare e morire le vigne, piantagioni di frutta, prati, pascoli, biada, grano e altri cereali; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire…”

Il Malleus Maleficarum stabiliva che la strega accusata doveva essere “spesso e frequentemente esposta alle torture”.

Spettava al vicario, il prete, il compito di istruire il processo inquisitore, emanando un avviso. Chi mancava di denunciare una strega poteva essere scomunicato e subire punizioni corporali:

“[…] prescriviamo e ordiniamo, chiediamo sotto forma di ordine e ingiungiamo quanto segue…Si conti fino a circa dodici giorni a partire da oggi[…] affinché ci venga rivelato se qualcuno abbia saputo, visto o sentito dell’esistenza di una persona eretica o di una strega, per diceria o per sospetto, in particolare se si tratta di persone che pratichi cose tali da nuocere agli uomini, alle bestie o ai frutti della terra e che possa nascondere un danno per lo stato[…]se costui non obbedirà[…]sappia che sarà trafitto dalla spada della scomunica[…]Il giudice aggiungerà le pene temporali…” (Malleus maleficarum, III parte, questione I.)

Tra le accuse rivolte alle streghe, c’erano anche quelle di causare l’impotenza degli uomini, di far sparire i loro genitali, di fornire anticoncezionali, di provocare aborti:

“Innanzitutto parleremo di come agiscano con gli uomini, poi con gli animali e infine con i frutti della terra. Per quanto riguarda gli uomini, interessa innanzitutto in che modo esse impediscano con le stregonerie la potenza generativa o l’atto sessuale, affinché la donna non possa concepire e l’uomo non sia in grado di compiere l’atto. In secondo luogo come, talvolta, tale atto sia impedito con una donna e non con un’altra. Terzo, come vengano portati via i membri virili, come se fossero completamente divelti dal corpo. Quarto, come si può discernere se qualcosa proviene dalla sola potenza del diavolo, che agisce da solo senza la strega. Quinto, come le streghe tramutino in belve persone dell’uno e dell’altro sesso con l’arte dei prodigi. Sesto, come le streghe levatrici uccidano in diversi modi il feto nel grembo della madre, oppure, quando non fanno questo, offrano i bambini ai diavoli..” (Malleus maleficarum”, II parte, capitolo V)

Krämer e Sprenger davano istruzioni dettagliate sulle ripetute torture (i tormenti), fisiche e psicologiche, da infliggere per far confessare l’accusata, dopo essere stata denudata e rasata su tutto il corpo:

Noi giudici e assessori […]per avere la verità dalla tua stessa bocca […]dichiariamo e giudichiamo che nel tale giorno alla tale ora tu debba essere sottoposta a interrogatorio e tormenti […]sia spogliata da altre donne oneste e di buona reputazione; questo per il motivo che qualche stregoneria potrebbe essere cucita nei vestiti […] e se non vorrà confessare dia mandato ai ministri di legarlo (l’imputato) alla corda o agli altri strumenti [… ]in terzo luogo la cautela da osservare […]riguarda la rasatura di ogni parte del corpo: per la stessa ragione per cui si tolgono gli abiti…” (Malleus maleficarum, III parte, questione XIV)

“…sia sottoposta di nuovo all’interrogatorio, esortazioni…e mentre viene sollevata da terra, se questo è il tormento[…]le si chiederà se respinga di subire il giudizio del ferro rovente per avvalorare la sua innocenza[…]tutte vi aspirano sapendo che i diavoli preservano dalla lesione[…]la prova del ferro rovente o quello dell’acqua bollente…” (Malleus maleficarum, III parte, questione XVII)

Questo regime di terrore durò cinque secoli, sotto la benedizione di almeno 70 papi, tutti in qualche modo compromessi con questi orrendi crimini.

Alcune personalità famose caddero vittima dell’Inquisizione. La più nota è senza dubbio Giovanna d’Arco, la pastorella che assunse il comando dell’esercito, salvò la Francia dall’invasione nemica e rimise sul trono il legittimo sovrano. Fu però accusata di stregoneria ed eresia perché indossava i pantaloni e cavalcava come un uomo e fu quindi bruciata viva. Ora però è canonizzata.

Uomo o donna, chiunque usasse la testa costituiva una minaccia alla ricchezza e al potere di una minoranza di privilegiati e andava quindi eliminato. Una donna simile veniva giudicata una strega e bruciata, dopo di che ci si impadroniva dei suoi beni. Qualunque donna non sposata, dotata di un’abilità insolita o caratterizzata da un tratto particolare (per esempio i capelli rossi), rischiava l’accusa di stregoneria e quindi la morte.

Se “confessavano”, erano dichiarate colpevoli di stregoneria; se, invece, “non confessavano”, erano considerate eretiche e arse sul rogo. Non sfuggiva nessuno. Le “malefiche” potevano essere, infatti, sia giovani che vecchie.

Per essere streghe bisognava avere minimo tredici anni; le streghe più attive erano le giovani, esperte negli incantesimi e filtri d’amore e della riproduzione (secondo gli inquisitori, controllavano la fertilità e l’impotenza, causavano aborti, erano levatrici), le vecchie si occupavano dell’Invidia e della Malvagità.

Le streghe erano accusate di trascinare altri uomini alla dannazione, di gettare il malocchio (e anche di toglierlo), dopo aver operato un patto col diavolo, attraverso incantesimi e malefici su persone e cose, di sedurre le ragazze al culto diabolico, di sacrificare bambini, di controllare la fertilità e l’impotenza, di operare l’aborto, di essere responsabili delle calamità naturali che si abbattevano sui campi, delle malattie e delle morti improvvise, e le si riteneva anche capaci di provocare la temutissima impotenza sessuale.

Oltre all’accusa di avvelenare, uccidere, cospirare e attuare crimini sessuali, contro le streghe se ne formulava un’altra: quella, assurda, di curare e guarire. Spesso, infatti, le streghe erano guaritrici ed erboriste, uniche a portare assistenza al popolo, privo di medici e di ospedali, con le loro conoscenze delle erbe curative, e non certo con sortilegi e magie.
Alcune erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva cioè gettata in acqua legata a una pietra. Se annegava, era innocente; se invece restava a galla, era una strega … in ogni caso moriva!

In tutto questo calderone di accuse e credenze, è possibile, comunque, rinvenire delle verità: certamente le streghe erano guaritrici, i medici popolari ed empirici del passato, che, per le conoscenze mediche ed erboristiche e per l’ effettiva capacità di trattare le malattie, le gravidanze, i parti ed il controllo delle nascite, evidentemente disturbavano sia lo Stato (la scienza medica ufficiale) che la Chiesa, favorevole, invece, alla procreazione.

E’ probabile anche che, effettivamente, si riunissero (i Sabba), che fossero organizzate in conventicole, retaggio, forse, dei culti alla dea Madre (nei quali potevano essere confluite varie sette eretiche, che sostenevano la parità fra il Demonio e Dio), pure perseguitati dalla Chiesa perché ritenuti una minaccia per la religione ufficiale.

In tre secoli, alcuni storici hanno stimato che furono sterminate nove milioni di streghe, all’80% donne e bambine. Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto.

La famiglia intera veniva spossessata di ogni bene; si dissotterravano persino i morti per bruciarne le ossa.

Ginevra, Orsolina, Lucia… Chi sono queste donne?

Nomi diversi per una stessa figura: la strega, “Masca”, “Lamia” o “Janara”.

Il filo rosso che lega il destino delle tre donne inquisite è il pericolo che esse rappresentano agli occhi della comunità perché sono considerate destabilizzanti per l’ordine sociale e quindi sono pericolose per le istituzioni e per la Chiesa in particolare.
Sono vedove, guaritrici, erbarie e ostetriche, accusate di fare malefici e sortilegi.

Dai documenti custoditi nell’Archivio di Stato di Modena attraverso i verbali processuali, è possibile ricostruire le storie di queste tre donne vissute nei territori tra Modena e Bologna, in un arco di tempo che va dal 1539 al 1636, finite tra gli ingranaggi del Tribunale dell’Inquisizione con l’accusa di stregoneria, sortilegi e maleficio.

Nell’archivio è presente un patrimonio documentale ricchissimo che permette di entrare in tutte le fasi della caccia all’eresia: le testimonianze dei delatori, la detenzione delle imputate, gli interrogatori serrati degli inquisitori, le torture, l’abiura e il pentimento finale. Le accuse di stregoneria, nel fondo dell’Inquisizione dell’Archivio di Modena, riguardano essenzialmente donne ritenute pericolose agli occhi della comunità in cui vivono.

“La macchina della paura verso le donne è una macchina che non è mai morta, – spiega lo storico Adriano Prosperi, esperto di Inquisizione – la dominanza maschile sull’universo della nostra cultura ha portato con sé un margine di paura nei confronti dell’indomabile differenza naturale e culturale delle donne, delle escluse che adesso cercano, con tutti i mezzi che la storiografia può offrire, di recuperare quei mondi perduti.”

È anche lo scontro tra due mondi: uno colto e ortodosso che si esprime in latino e ricerca ogni forma di dissidenza, ed uno popolare, che risponde in lingua volgare, in cui si tramandano i saperi e le superstizioni.

ORSOLINA detta la Rossa di Sasso Rosso, è una ladra di bestiame accusata di praticare riunioni diaboliche, di apostasia e stregoneria. Abita sull’Appennino tosco-emiliano e viene torturata con i carboni ardenti nel castello di Montecuccolo. Il processo, del 1539, contiene ricche descrizioni del Sabba, lo “striazzo” come lo chiama Orsolina, e rappresenta perciò un documento storico prezioso per comprendere la diffusione delle accuse e dell’immaginario stregonesco. Orsolina, torchiata dall’inquisitore, racconta della sua invocazione diabolica:

“Che il diavolo sia in mio potere ed io in suo dominio e sbatto il bastone a terra e tre volte invoco il diavolo in questo modo: “o diavolo vieni da me, o diavolo vieni da me, o diavolo vieni da me…”

Orsolina vine torturata con i carboni ardenti. Il processo del 1539 è interessante perché in esso sono raccolte descrizioni del Sabba con i rituali per convocare il diavolo.

GINEVRA GAMBERINI è una vedova, etichettata sui registri come meretrice. Nel 1604 viene accusata dalla famiglia del marito di possedere formule magiche per praticare sortilegi d’amore, reato di competenza dell’Inquisizione a partire dal 1586. I delatori consegnano all’inquisitore una prova del reato: la formula per realizzare un incantesimo d’amore:

“Ad amore, – recita il sortilegio – scrivi questi caratteri et mételi sotto la stagionata della porta dove si da da passar le persona che se lo farai, questa persona passata che detta persona se và di sopra ai detti caratteri tolle via subito et portali addosso che tu vedrai cosa mirabile et provata…”

LUCIA BERTOZZI, detta la Bartolina, originaria di Faenza, è una levatrice. Vive a Crevalcore, un paesino tra Modena e Bologna, ma la comunità locale sospetta di lei e delle insolite pratiche di guarigione che mette in atto. Lucia è una delle guaritrici che posseggono conoscenze empiriche del corpo femminile, assistono alle nascite e conoscono metodi di contraccezione e fertilità. Un bagaglio di conoscenze che rappresenta un potere, un potere da cui la chiesa non vuole sentirsi esclusa. Il vicario del luogo, durante la raccolta delle deposizioni, la definisce una “eccellentissima strega”. Lucia Bertozzi è accusata per le sue pratiche di guarigione, soprattutto nei confronti delle donne. A causa del suo mestiere di levatrice aveva esperienze sulle pratiche da effettuare sui corpi femminili che riguardavano sia la contraccezione che la fertilità.

© Riproduzione riservata

Related posts:

13 Maggio 1978 - Viene approvata la Legge Basaglia
Alfano: Patente Sospesa a Vita per chi si Droga
5 Maggio 1925 - La "Rivoluzione" di John Scopes
Così l'Islanda ha sconfitto droga e alcol tra i giovani. Ma nessuno vuole imitarla
65Shares

Filed Under: News & Storia, Scritto da Voi, Storia Criminale

Reader Interactions

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Primary Sidebar

Resta aggiornato in tempo reale

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Seguici

  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • YouTube

Cerca nel sito

L’uso sicuro e consapevole del Web

Effettua una donazione per sostenere le nostre attività

Categorie Articoli

Ultimi articoli

Intervista al Geoscienziato Forense Pier Matteo Barone

11 Dicembre 2019 By Webmaster Leave a Comment

Autopsia psicologia e categorizzazione delle Vittime

2 Dicembre 2019 By Webmaster Leave a Comment

Chi ha davvero compiuto la Strage di Erba?

2 Dicembre 2019 By Webmaster Leave a Comment

Info

  • Contatti Commerciali
  • Disclaimer

Tag

aforismi aforismi scena criminis America Armi arresto assassino attenzione blood cadavere carabinieri carcere citazioni condanna corpo crime crimen crime scene criminal criminalità criminalìstica crimine criminólogia delitto diritto frasi celebri homicide Italia Italy killer mafia morte omicidio polizia processo psicólogia quotes reato Roma sangue scena criminis scena del crimine sociologia US USA violenza

Footer

Privacy Policy
Cookie Policy

Scena Criminis ha l’obiettivo di riunire – attorno ad una “tavola rotonda” – addetti ai lavori, studiosi, appassionati e semplici curiosi, che vogliano confrontarsi, aggiornarsi e trovare nuovi stimoli.

La Community sulle Scienze Forensi più grande d’Italia che raccoglie news, approfondimenti, curiosità e contributi su Criminologia, Criminalistica, Cronaca nera e Diritto.

Scena Criminis è anche un’Associazione Onlus, attiva in tutta la provincia di Caserta, che ha 3 scopi fondamentali: Difesa della Legalità, Lotta ad ogni forma di violenza ed Educazione alle differenze di genere.

Statistiche di Google Analytics

generato da GADWP 

Copyright Scena Criminis Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE) n. 849 del 26/04/2016 © 2019 ·

Direttore Responsabile: Gianfrancesco Coppo

Created by BDM | Log in