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L’autolesionismo, detto anche Repetitive Self-Harm Syndrome (Sindrome da autolesionismo ripetuto), viene in genere definito come il tentativo di causare intenzionalmente un danno al proprio corpo, lesionandosi di solito in modo abbastanza grave da provocare danni ai tessuti o agli organi.
E’ considerata una vera e propria patologia. Le persone affette da questo disturbo si fanno del male in diversi modi: tagliandosi con una lametta, bruciandosi con una sigaretta, graffiandosi, strappandosi i capelli, sbattendo contro qualcosa e via discorrendo.
Si possono identificare tre macroaree a cui ricondurre fenomeni di autolesionismo:
- Automutilazione grave: assai rara, produce un danno irreversibile ad una parte del proprio corpo, come uno sfregio permanente in viso.
- Automutilazione leggera: la più diffusa, si manifesta con azioni di questo tipo: tagliarsi, bruciarsi, strapparsi i capelli, fratturarsi un osso, urtare ed ogni altro metodo usato per ferirsi.
- Automutilazione latente: la più subdola, si nasconde in determinate forme di dipendenza e disagio come la tossicodipendenza, la bulimia, l’attività fisica eccessiva. Esse possono considerarsi forme poco manifeste, ma molto insidiose.
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