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Salvatore Riina, detto Totò u curtu (Corleone, 16 novembre 1930 – Parma, 17 novembre 2017) e latitante dal 1969, il 15 Gennaio 1993 verso le 9:00 viene arrestato dai carabinieri del Crimor, squadra speciale del ROS guidata dal Capitano Ultimo. Il boss, considerato il capo dell’organizzazione mafiosa Cosa nostra dal 1982, viene catturato a Palermo a un chilometro dalla sua villa sita in via Bernini 54. Insieme a lui c’è il suo autista Salvatore Biondino, è disarmato e non oppone resistenza.
All’arresto del capo dei capi si arriva anche grazie alle dichiarazioni rese al generale dei carabinieri Francesco Delfino dall’ex autista di Riina, Baldassare Balduccio Di Maggio, che decise di collaborare per ritorsione verso Cosa Nostra, che lo aveva condannato a morte. Nella villa di via Bernini a Palermo Riina aveva trascorso alcuni anni della sua latitanza, insieme alla moglie Antonietta Bagarella e ai suoi figli: Maria Concetta, Giovanni Francesco, Giuseppe Salvatore e Lucia.

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